Un recente studio condotto da un team di scienziati francesi e austriaci, pubblicato su Nature Climate Change, solleva preoccupazioni significative riguardo al futuro delle stazioni sciistiche in Europa nell'era del cambiamento climatico. Analizzando le conseguenze di un aumento delle temperature medie globali, lo studio prevede che, in assenza di neve artificiale, più della metà delle stazioni sciistiche europee potrebbe sperimentare una scarsità di neve in almeno un anno su due, se le politiche di transizione energetica non diventeranno più incisive.
Il turismo invernale, vitale per l'economia europea, potrebbe quindi affrontare sfide senza precedenti, con il 53% delle stazioni sciistiche a rischio molto alto di scarsità di neve con un aumento di temperatura di 2 °C rispetto ai livelli preindustriali. Se le temperature salissero di 4 °C, la situazione diventerebbe critica per il 98% delle stazioni.
L'utilizzo della neve artificiale emerge come una soluzione parziale, capace di mitigare i rischi ma a costo di un maggiore consumo di acqua ed energia. Tuttavia, lo studio evidenzia che anche con un'intensa produzione di neve artificiale, gli Appennini si troverebbero in condizioni di rischio molto alto in tutti gli scenari climatici futuri.
Lo studio non predice la fine del turismo sciistico in Europa, ma anticipa condizioni sempre più difficili per le stazioni sciistiche, alcune delle quali potrebbero non essere in grado di operare efficacemente nel prossimo futuro. Questi risultati sottolineano l'urgente necessità di politiche energetiche più decise e di strategie sostenibili per preservare il turismo invernale europeo.
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